In questo post, vorrei semplicemente mettere insieme alcune riflessioni sul petrolio. Grazie
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A livello temporale, il mercato del petrolio può essere analizzato in un doppio segmento:
- mercato spot, ovvero a pronti;
- mercato future, ovvero a termine.
Guardando ai soggetti che operano in essi, possiamo distinguere tra:
- chi abbia una necessità reale del bene (oil barrel);
- chi abbia un mero interesse finanziario (oil paper), come gli hedge fund o gli stessi traders retail.
Per quanto riguarda la tipologia di rischio assunto, i segmenti di cui sopra presentano le seguenti caratteristiche:
- quello spot, ha un rischio elevato in quanto non è possibile traslare in avanti l'esecuzione delle prestazioni reciproche, in attesa di un flusso informativo di maggior dettaglio riguardate la commodity;
- quello future, presenta profili di rischi diversi in quanto è possibile assumere posizioni long e/o short pur rimanendo coperti in altri comparti. Questa è una caratteristica tipica del comparto future, in quanto il consistente e costante flusso informativo riflesso nei prezzi di tali strumenti consente di aprire posizioni a copertura delle potenziali perdite riscontrabili su uno o più titoli presenti in portafoglio, in posizioni di segno opposto (oltre che puramente speculative).
Dalla relazione intercorrente tra prezzi spot e prezzi future dipendono:
- il pricing della commodity;
- la formazione della curva dei tassi future;
- la capacità dei prezzi future di predire cioè anticipare i livelli di quelli spot.
I principali modelli di determinazione dei prezzi del petrolio, sono:
- quelli basati sulla letteratura delle risorse esauribili;
- quelli basati sulle equazioni strutturali;
- quelli ibridi (o misti).
Il primo ci dice che: data la domanda e lo stock iniziale di una risorsa non rinnovabile (petrolio), ai fini della massimizzazione del profitto, in assenza di costi di transazione ed in presenta di un tasso reale “r” , il produttore ha due opzioni:
- estrarre il petrolio oggi per investire quanto ricavato, guadagnando il tasso “r”;
- non estrarre il petrolio oggi prevedendo un tasso di crescita del prezzo superiore ad “r”, trattenendo la risorsa;
- in ogni caso il tasso di estrazione ottimale è quello in ragione del quale il prezzo del petrolio aumenta all'aumentare del tasso di interesse.
Il secondo modello include un numero di variabili maggiori, tra le quali:
- domanda paesi OCSE e non OCSE, produzione OPEC, shock tecnologici, fattori geologici, stock governativi ed industriali, ecc.
Le equazioni della domanda e dell'offerta del modello, sono espresse dalla somma algebrica delle seguenti variabili;
- Domanda petrolio= produzione del petrolio (milioni di barili per day) + prezzo del petrolio per barile + indice Pil reale dei 7 Paesi maggiormente industrializzati + costante;
- Offerta del petrolio= produzione del petrolio (milioni di barili per day) + prezzo reale atteso del petrolio (per barile) + produzione di gas naturale (miliardi di metri cubi) + variabile dummy per gli swing (volatilità, oscillazione) del prezzo del petrolio + costante.
Esistono diverse varianti del modello delle equazioni strutturali, tra le quali quelle di Al- Faris, di Kaufmann,di Ye : ognuno di essi raffina le formule aggiungendo o eliminando variabili considerate rilevanti/irrilevanti. Ad esempio, Ye ne aggiunge una di tipo dummy per l'attacco terroristico dell'11 settembre; Merino ed Ortiz ne aggiungo un'altra in grado di riflettere, nel suo insieme, il fattore speculativo rappresentato dalle posizioni aperte degli operatori non commerciali nei mercati del gas e del petrolio.
Il terzo modello, invece, coniuga variabili di stock e di flusso inerenti la natura del prezzo del petrolio, fattori geologici della domanda e dell'offerta, componenti economiche, fattori regolatori, politici, speculativi.
L'elemento che maggiormente accomuna i modelli in uso per la determinazione del prezzo del petrolio, è proprio la crescente attenzione volta all'inclusione -all'interno delle diverse equazioni- della variabile in grado di riflettere il peso globale dell'open interest (vale a dire il numero delle posizioni aperte su un determinato contratto in un determinato lasso di tempo) degli operatori non commerciali sul mercato dei future. La straordinaria crescita di questo comparto finanziario, ha spostato il baricentro della forza di determinazione del prezzo spot dall'OPEC e relative multinazionali ai mercati finanziari dei future oil, il cui spessore è tenuto in considerazione dagli stessi produttori ai fini della fissazione del livello ottimale di produzione, in aggiunta alla variabile del prezzo del prodotto fisico.
Esistono diverse teorie e numerose opinioni circa la capacità dei prezzi future di essere predittori non distorti dei prezzi a pronti futuri attesi, ragion per cui vorrei limitarmi ad alcuni aspetti non oggetto di dispute scientifiche o comunque oggetto di ampie convergenze:
- in condizioni “normali”, quando le scorte sono a livelli alti, il prezzo future è maggiore di quello spot (situazione di contango);
- quando le scorte sono a livelli bassi, il prezzo spot è maggiore di quello future (situazione di backwardation);
- non esiste una relazione lineare tra prezzi future e spot futuri attesi, in ragione del fatto che i primi (specie se a 3-6-9 mesi) risentono del ruolo dei noise traders nonché degli effetti di microstruttura del mercati, dell'instabilità politica, dei disordini nel Medio Oriente, della discontinuità di policy making dell'OPEC, delle aspettative disattese (in quanto spesso troppo ottimistiche) di crescita delle principali economie mondiali.
Foto tratta da: it.123rf.com
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