Che non tutti gli operatori, non tutti i traders abbiano sul mercato lo stesso peso e la stessa considerazione lo sapete già e -sicuramente- non deve dirvelo il sottoscritto. In questo post, infatti, vorrei provare ad andare al di là delle normali chiacchiere da bar, alle quali anche io partecipo -seppur in maniera virtuale- molto volentieri, inerenti le diversità intercorrenti tra i partecipanti ai mercati.
In linea generale, sul mercato come nella vita di tutti i giorni, ad ogni bisogno corrisponde un ruolo e viceversa. Nel trading, i partecipanti al game, possono essere classificati -fondamentalmente- in due grandi gruppi:
- la Buy – Side, vale a dire gli investitori istituzionali di ogni genere e dimensione ed i retail;
- la Sell – Side, brokers, dealers, brokers-dealers ed intermediari vari. I brokers, ricercano venditori per i compratori e viceversa; i dealers, invece, non diversamente dai market-makers, tradano per conto proprio, cercando di profittare -seppur con schemi e strategie leggermente divergenti- dall'offerta di liquidità garantita ai mercati.
Tutti gli altri sono speculatori e/o investitori, i quali agiscono in maniera indipendente nell'ottica della massimizzazioni del valore conseguibile.
A livello teorico, un'altra distinzione può essere fatta tra:
- Traders Informati, i quali sono considerati capaci di disporre di informazioni “privilegiate”, idonee ad assisterli nel processo di determinazione del vero valore di un asset;
- Liquidity Traders, considerabili come tali nella misura in cui operino integrando alcuni requisiti, come il “rilascio di capitale” cioè la messa in circolo di liquidità o il bilanciamento di un dato portafoglio.
Altri, differenziano all'interno dei Liquidity Traders, tra:
- Traders Attivi (investitori o meri speculatori), in genere price takers, i quali tendono -normalmente- ad andare a mercato con market orders eseguibili ai prezzi correnti, contribuendo a stabilizzare l'andamento dei prezzi nella direzionalità dei propri trades;
- Traders Passivi, liquidity providers (sia dealers che investitori), i quali tendono ad offrire la liquidità richiesta dai primi con immediatezza, stabilizzando l'andamento dei prezzi.
Gli incroci tra questi protagonisti sono quotidianamente numerosi e ricchi di combinazioni multiformi. Ad esempio, è opinione condivisa quella che vede nel lungo termine i Liquidity Traders risultare perdentiladdove abbiano, costantemente, come controparte quelliInformati; parimenti, si ritiene che, all'interno degli stessi Liquidity Traders, i Passivitendano a conseguire margini di profitto sugli Attivi. Gli Informati non sono esenti da vulnerabilità: essendo le informazioni detenute in esclusiva il fulcro della loro operatività, il timore maggiore è proprio quello di incappare in una condivisione involontaria del vantaggio conoscitivo, ragion per cui vanno alla costante ricerca di anonimato (dark pool) e strategie esecutive non solo atte a mascherarne la vera natura (quella di informati appunto) ma anche idonee a simulare quella di Liquidity providers.
I dealers ad esempio, rientranti nei Passive Liquidity Traders, legano la propria profittabilità all'attività di fornitura di liquidità agli Active Traders.Tuttavia, rischiano di risultare perdenti nei casi in cui abbiano come controparte operatori informati, ragion per cui il pricingdel servizio di fornitura di liquidità resa agli attivi e dunque i margini generati nell' operatività con questi intrattenuta, rappresenta altresì un cuscinetto da opporre -potenzialmente- alle perdite sofferte nel medio-lungo termine nell'operatività condotta avendo come controparte gli informati. Gli attivi, a loro volta, hanno una dinamicità che sfocia nel camaleontico: l'obiettiva resta quello di sfruttare le opportunità ovunque esse si annidino, anche in movimenti di prezzi di breve aventi direzionalità opposta rispetto a quella che gli stessi manifestano in trends di medio e/o di lungo e talvolta anche in microtrends. Gli Investitori, invece, integrano talvolta modelli operativi propri degli Informati e deiFornitori di Liquidità.
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