Nel maggio del 2014, il capo dello spot goldtrading di Barclays, Marc Brooker, faceva quello che già altri vertici dello spot Forex Trading di altre banche avevano fatto poco prima, ovvero, rassegnava le sue dimissioni. Quindi, Martyn Whitehead, Global Head of Metals ad Mining Sales, restava l'unico rappresentante della banca presso la London Gold Market Fixing Company. Giusto per ricordarlo a me stesso, all'epoca (ma anche oggi seppur quale parte di un panel più largo) la Barclays era una delle 4 banche (4 dopo l'abbandono della Deutsche Bank) che contribuivano a “fissare” il prezzo dell'orodue volte al giorno, quale bechmark globalmente riconosciuto.
In data 23 Maggio 2014, la FCA – Financial Conduct Authority (la Consob Britannica) irrogò alla Barcalys unamulta di £ 26.033.500 per la violazione -consumata dal 7 Giugno 2004 al 21 Marzo 2013- dei Principi 3 ed 8di cui all' Authority's Principles For Businesses. L'importo della sanzione era frutto di uno sconto del 30%, accordato dall' Autorità alla Barclaysin virtù della collaborazione da questa offerta, in assenza della quale il valore della sanzione sarebbe stato pari a £ 37.190.800.
Ma quali sono le motivazioni alla base di questa sanzione?
- In data 7 Giugno 2004, Barclays entrò a far parte del Gold Fixing; dal 7 Giugno 2004 al 21 Marzo 2013, la banca violò i Principi 3 ed 8 in relazione alla sua partecipazione al Fixing.
- Nel corso dello stesso arco temporale, Barclays violò il Principio 3 omettendo di organizzare e controllare i propri affari responsabilmente ed efficacemente, per il tramite di adeguati sistemi di gestione del rischio. In particolar modo, Barclays omise di:
- Creare o implementare adeguate policies o procedure volte a gestire propriamente il modo in cui i traders della banca partecipavano al Fixing dell' oro.
- Fornire una formazione specifica ed adeguata aI componenti del Precious Metals Desk Staff, in relazione alla loro partecipazione al Fixing dell' oro.
- Creare sistemi e reports idonei a garantire un adeguato monitoraggio dell' attività dei traders nell'ambito del Gold Fixing. I sistemi ed i reports non registrarono formalmente gli ordini inseriti dai traders nel Gold Fixing sino al 5 Febbraio 2013 e non identificarono le transazioni occorse nel Fixing separatamente dai trades generici eseguiti sul segmento spot sino al 21 Marzo 2013: cosa si celava in quei trades? Cosa avrebbero potuto svelarci? Mistero. Di conseguenza, Barclays non fu in grado di monitorare adeguatamente né quali trades stessero eseguendo i propri traders nel Gold Fixing né se quei traders stessero inserendo ordini volti a condizionare inappropriatamente il prezzo dell' oro nel Gold Fixing.
La violazione del Principio 3 compiuta da Barclays,in relazione al Fixing del metallo prezioso, può considerarsi particolarmente seria, in ragione dell'importanza del Gold Fixingquale meccanismo di settaggio del prezzo che, come già detto, fornisce agli utenti del mercato l'opportunità di acquistare o vendere oro ad un singolo prezzo quotato; perciò, ogni condotta inappropriata tenuta dalla banca nel contesto delGold Fixing poteva dirsi idonea a condizionare tanto i mercati britannici quanto quelli internazionali.
- Durante il periodo di tempo considerato (7 Giugno 2004 al 21 Marzo 2013), Barclays violò anche il Principio 8 omettendo di gestire adeguatamente i conflitti di interessi intercorrenti tra la banca stessa ed i propri clienti. Nello specifico, l'istituto di credito omise di gestire in maniera consona il conflitto di interesse originante dal fatto che, nel mentre partecipava al Gold Fixing contribuendo alla fissazione del prezzo all'interno di questo, vendeva ai propri clienti opzioni che facevano riferimento al ed erano dipendenti dal prezzo dell' oro settato durante il Gold Fixing, pur essendo carente di policies, procedure, sistemi e competenze riguardanti il Fixing, atti a consentire che il proprio staff potesse propriamente identificare e gestire i rischi derivanti dal citato conflitto d'interesse.
- L'Autorità identificò un' occasione in cui il rischio creato dall' omessa gestione -da parte della Barclays- del conflitto di interesse, si concretizzò. In data 28 Giugno 2012, un trader della banca, Mr. Daniel Plunkett, partecipò attivamente al Gold Fixing pur risultando responsabile della gestione del rischio inerente un contratto avente ad oggetto opzioni che Barclays aveva stipulato con il proprio cliente e per il quale il pay-out (nonché il profitto da registrare sul trading book di competenza di Plunkett) dipendeva dal prezzo dell' oro settato nella sessione del Fixing del 28 Giugno 2012.
- La carenza di una specifica formazione e guida, data l'assenza di chiare e sufficientemente appropriate policies e procedure inerenti il Gold Fixing, indicavano che il personale della banca (compresi i supervisori) avrebbero potuto essere inconsapevoli dei conflitti d'interesse rilevanti nel processo di contribuzione al settaggio del prezzo del metallo prezioso. In maniera non dissimile, la mancanza di sistemi e controlli idonei a registrare gli ordini interni ed a segnalare i trades specificatamente correlati al Fixing, impedirono alla banca di supervisionare -in maniera adeguata- le attività dei traders nell'ambito del Gold Fixing. Tali carenze, condussero ad un incremento del rischio di condotte inappropriate imputabili ai traders della Barclays partecipanti al Gold Fixing.
- Infatti, con riguardo all' episodio identificato dall' Autorità, questa scoprì che Mr. Plunkett immise -nel corso del Gold Fixing delle 3:00 pm del 28 Giugno 2012- ordini, con l'intento di aumentare le probabilità che il prezzo dell' oro venisse fissato sotto un certo livello, preferendo tutelare il proprio interesse anziché quello del proprio cliente. In particolare, egli inserì un large sell order compreso tra le 40.000 once (100 bars) e le 60.000 once (150 bars) per il tramite del rappresentante della Barclays presso il Gold Fixing; un minuto dopo, provvedeva a ritirare quell'ordine di vendita, per poi inserirne un altro -due minuti dopo l'immissione del primo- compreso nello stesso range di size. Quegli ordini, contribuirono a fissare il prezzo dell' oro ad un livello più basso rispetto alla “Barriera” specificata nelle opzioni che la banca aveva precedentemente venduto al proprio cliente. Per effetto di tale condotta, Barclays evitò di pagare i $ 3.9 milioni dovuti al proprio cliente ed il trader Mr. Plunkett registrò sul proprio tradign book un profitto pari ad $ $1.75 milioni (al netto del costo dell' hedging) che si aggiunse a quello derivante dalla vendita delle opzioni. Successivamente, Barclays si attivò volontariamente per risarcire il cliente dell'ammontare che gli sarebbe spettato qualora il Gold Fixing del 28 Giugno 2012 fosse stato settato al disopra della barriera.
- Qualora Barclays avesse disposto di sistemi e controlli adeguati con riguardo alla sua partecipazione al Gold Fixing (Principio 3) o avesse propriamente considerato e mitigato i rischi derivati dai conflitti di interesse (Princpio 8), il trading condotto da Plunkett in data 28 Giugno 2012, avrebbe potuto essere evitato.
- Pur sussistendo differenze tra i processi del fixing di LIBOR ed EURIBOR e quello del Gold, l' Autorità considerò le omissioni di Barclays particolarmente serie in ragione del fatto che i risultati dell' indagine condotta dalla banca poco tempo prima nell'ambito del LIBOR e dell' EURIBOR avrebbero dovuto far sì che la banca rivedesse i propri sistemi e controlli con riguardo ai più generali meccanismi di settaggio dei prezzi, tra i quali il Gold Fixing, già anteriormente al 28 Giugno 2012. Infatti, l'episodio che ha visto il coinvolgimento di Plunkett, verificatosi proprio il giorno dopo che l' Autorità rendeva pubblica la sanzione irrogata alla Barclays in relazione allo scandalo LIBOR-EURIBOR, avrebbe potuto essere evitato, qualora la banca avesse dato tempestivamente seguito alle citate modifiche, ritenute necessarie.
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