giovedì 14 settembre 2017

SU JAMIE DIMON, BITCOIN, FRODI E BOLLE PT.1

Un giorno fa, Jamie Dimon (CEO della JP Morgan dal 31 Dicembre del 2005) ha definito il Bitcoin “truffa” e “bolla”aggiungendo che, se dipendesse da lui, licenzierebbe tutti i suoi dipendenti impegnati a tradare la criptovaluta in quanto ciò costituirebbe manifesto segno di stuipidità (clicca qui). Anche Kolanovic, uno dei quants più rinomati di Wall Street, ha aspramente criticato le cryptovalute (clicca qui).
Per i tifosi, Bitcoin is the “new gold”mentre per i detrattatori is “just shit”. Per gli accademici, invece, rappresenterebbe -al momento- un fenomeno meramente speculativo: prova ne sarebbe il fatto che vede la quantità di BTC spesa in commissioni per il trading di gran lunga più elevata di quella spesa in tutto il mondo per comprare beni e servizi, il che è anche abbastanza normale vista la volatilità dell' asset in questione.
Tuttavia, non sto scrivendo questo post per difendere o esaltare il BTCnei confronti della cui esistenza sono del tutto indifferente, rappresentando per il sottoscritto un mero asset su cui o a mezzo del quale provare a speculare; viceversa, lo sto scrivendo per perculare tutti coloro i quali prendano per oro colato le parole del buon Jamie che, vista l'età, inizia ad accusare qualche debolezza a livello mnemonico. Infatti, il caro Jamie ha una certa conoscenza sia di pratiche volte a taroccare numeri di bilancio che di operatività finanziaria ad alto rischio.

Correva l' anno 2005.
  • Nel 2005, la JPM Chase scorporò, quale unità separata seppur permanente all' interno della banca, il suo Chief Invesment Office (CIO) al quale venne assegnato il compito di investire l' eccedente liquidità della banca ed al cui vertice, in qualità di Chief Investment Officer, fu nominta Ina Drew.
  • Nel 2006, il CIO approvò una nuova proposta volta a consentire la conduzione del trading su derivati creditizi sintetici.
  • Nel 2008, il CIO denominò l'insieme delle posizioni su derivati creditizi “Synthetic Credit Portfolio” (SCP).
  • Nel 2011, la dimensione netta del SCP passò da 4 miliardi di dollari a 51.
  • Nel tardo 2011, il trading condotto su derivati creditizi di valore pari ad un solo miliardo di dollari garantì alla banca circa 400 milioni netti di gain.
  • Nel Dicembre del 2011, JPM Chase chiese al CIO di ridurre il suo Risk Weighted Assets al fine di consentire alla società, nel suo insieme, di ridurre i requisiti di capitale regolamentare.
  • In risposta alla richiesta, nel Gennaio del 2012, anziché vendere gli assets più rischiosi -il metodo più rapido per ridurre il RWA- il CIO lanciò una nuova strategia di trading volta ad andare long su alcuni derivati creditizi al fine di compensare gli short in portafoglio e quindi ridurre, almeno teoricamente, il RWA del CIO e dunque della banca nel suo insieme. Tuttavia, la predetta strategia non solo finì col generare un incremento delle dimensioni, del rischio e del RWA del portafoglio, ma generò altresì una complessiva posizione net long sui derivati creditizi, eliminando proprio quelle protezioni da hedging che la creazione del SCP avrebbe dovuto -almeno idealmente- apportare.
  • Nel primo trimestre del 2012 i traders del CIO, in un clima iniziale di grande euforia, portarono il nozionale netto del SCP da 51 miliardi di dollari a 157. A Marzo 2012, il SCP comprendeva: posizioni per 62 miliardi $ su di un indice creditizio americano composto da società investment grade; posizioni per 71 miliardi $ su di un omologo indice europeo; posizioni per 22 miliardi $ su di un indice HY americano.
  • Le predette posizioni furono create, in parte, a Marzo tramite una serie di trades grazie ai quali il CIO acquistò posizioni long per un nozionale complessivo di 40 miliardi di dollari, giudicate in seguito dall' Office of the Comptroller of the Currency (OCC) quali mere martingale inserite in una strategia di trading perdente.
  • A fine Marzo 2012, il SCP risultava essere composto da oltre 100 differenti strumenti creditizi espressione di posizioni sia long che short, sia IG che HY, con scadenze brevi e lunghe. Gli stessi dipendenti della JPMorgan giudicarono la size del SCP come enorme e pericolosa poiché un piccola riduzione del prezzo avrebbe potuto tradursi rapidamente in una grande perdita.
  • Nel mentre i traders della CIO aumentavano le dimensioni delle posizioni assunte nel SCP, questo continuava a perdere valore: 100 milioni di dollari a Gennaio, 69 a Febbraio, 550 a Marzo, per un totale di 719 milioni di dollari di perdite a fine primo trimestre 2012. Una settimana prima che il trimestre terminasse, Ina Drew ordinò ai traders del CIO di non eseguire più alcun trade.
  • Nei tre mesi successivi, i derivati creditizi del CIO seguitarono a perdere valore: a maggio il SCP perdeva 2 miliardi di dollari; a fine Giugno 4,4 miliardi ed a fine anno circa 6,2 miliardi.
  • All' inizio di Aprile 2012, quando la storia finì sulla scrivania degli organi di controllo americani, la JPM si giustificò dicendo che il SCP non fosse stato creato con l' intento di implementare l' operatività tipica di un trading desk proprietario bensì quale strumento di copertura/assicurazione contro i rischi creditizi connotanti l'attività bancaria condotta in seno al gruppo. Tuttavia, mentre il documento orginario di approvazione del SCP indicava che questo fosse stato creato proprio con funzioni di copertura (almeno nelle intenzioni), la banca non fu mai in grado di fornire la documentazione riguardante gli obiettivi di hedging, le strategie, gli assets, il portafoglio, i rischi, i tail events oggetto di copertura, le modalità, la dimensione e la natura delle operazioni di copertura asseritamente condotte nel quinquennio successivo, né fu mai in grado di spiegare perché le coperture realizzate a mezzo SCP venissero trattate differentemente da altri tipi di hedges condotti sempre all' interno del CIO.
  • A maggio del 2012, un ispettore dell' OCC parlò del SCP nei seguenti termini «Make a believe Vodoo Magic “composite hedge”», mentre Dimon dichiarò alla Commissione d'indagine del Senato USA che: «Nel tempo, il portafoglio mutò dall' essere qualcosa che avrebbe dovuto portegerre l'azienda in qualcosa che creò nuovi e più grandi rischi potenziali». Dimon mancò di riconoscere che il SCP mutò proprio in un aumento del rischio inerente al trading proprietario.

Pezzo scritto ascoltando 

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