Il caso Enron è significativo non tanto per il fallimento in sé di questa storica e multiforme società, ma perché espressione e sintesi di tutti i creativi intrecci finanziari, che da eccezione si erano trasformati in regola tra molte delle grandi aziende statunitensi. L'Enron nacque nel 1895 per costruire gasdotti e nel tempo ha diversificato la sua attività, nei settori del legno, dell'e-commerce, della telematica, finendo per essere nella sua dimensione di gruppo un vero e proprio Hedge Fund avente come core-business la speculazione tramite negoziazione di derivati su commodities nei mercati O.t.c.
Quello che emerse dopo il crack è così riassumibile.
- L'Enron (e con essa tante altre grandi compagnie) utilizzavano in modo sistematico lo strumento societario delle S.P.E (Special Purposes Entities) dette anche SPV (Special Purpose Vehicle).
- La S.P.E. era costituita nell'interesse di Enron (detto sponsor);
- Enron conferiva gran parte del patrimonio sociale e del capitale per la costituzione dell'SPV;
- Un terzo soggetto detto investor, formalmente indipendente dallo sponsor, assumeva l'amministrazione dell'SPV e conferiva una minima quota di capitale;
- La S.P.E. emetteva obbligazioni e titoli di debito garantiti da Enron;
- La liquidità raccolta dalla S.P.E. tramite l'emissione di titoli, spesso sottoscritti da grandi banche, veniva o girata alla Enron con funzione di hedging (copertura) dei suoi investimenti finanziari o utilizzata per l'acquisto da parte della S.P.E. di assets della stessa Enron;
- In questo modo Enron trasferiva i rischi connessi alle operazioni di emissione titoli, a livello contabile, dal suo bilancio a quella della S.P.E;
- La (le) S.P.E venivano costituite con sede legale off-shore. Questo facilitò le numerose omissioni e scorrettezze documentali;
- Tutto questo sistema era diretto a coprire le perdite (o i minori utili) delle attività reali, tramite la contabilizzazione di "utili" derivanti da speculazioni in derivati su mercati finanziari. Questo a sua volta consentiva alla Enron, seppur fittiziamente e formalmente, di occultare le passività in bilancio lasciando inalterata -o addirittura accrescendo- la remunerazione delle sue azioni sul mercato azionario, evitando così ogni sorta di downgrade sui titoli quotati;
- Gli utili da derivati erano contabilizzati, tramite l'uso della tecnica del mark to market accounting, che consentiva di inserire a bilancio utili (meramente sperati) anche quando la posizione in derivati era aperta e dunque quando gli utili (o le perdite) non si realizzavano effettivamente. Questo fu reso possibile anche perché all'epoca, nel 2001-2002, mancavano criteri di contabilizzazione del valore dei derivati scambiati sui mercati Otc. L'unico criterio utilizzato fu quello del fair value.
Subito dopo fu votata la Serbantes-Oxley Act, che però non è stata sufficiente ad evitare l'innesco della crisi attuale perché ha disciplinato come casi isolati, fenomeni rappresentativi di un vero e proprio modus operandi sistematicamente poco sano.
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