martedì 10 ottobre 2017

IL POLLAME DELLE ICOs PT.4

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Anche la metrica del P/E ratio per come adattata da Chris Burniske al Bitcoin ed alle cryptovalute in genere risulta essere inutilizzabilevista l'assenza pressoché totale di transazioni aventi ad oggetto i tokens appena emessi.
Nel caso in cui il token dovesse essere considerato valuta e non un surrogato di quote azionarie diverse sarebbero le ipotesi prospettabili:
   qualora la valuta fosse stabile potrebbe rappresentare il tipico asset di storage value. Stabilità significa anche bassa volatilità ma attualmente il mondo dellecripto è il regno della volatilità;
  qualora l'operatore razionale ritenesse probabile un futuro apprezzamento del token quale currency eviterebbe, verosimilmente, di spenderlo oggi per acquistare una quantità maggiore del servizio offerto dalla piattaforma in futuro e viceversa nel caso in cui dovesse attendersi un suo futuro deprezzamento;
   al fine di stimare il valore dei tokens intesi quale strumento volto a garantire l'incontro tra domanda ed offerta de servizio offerto dalla start-up si potrebbe utilizzare la nota formuletta secondo cui questo dovrebbe essere pari a T/MV,  identità che rimanda ai quesiti di cui sopra circa l' eventualità che l'azienda riesca a conquistare una qualche quota del mercato di riferimento e quindi circa la capacità di attrarre domanda, quindi di generare ricavi, il che riproporrebbe tal quali i problemi inerenti la metodologia di stima.
Il token potrebbe essere inteso anche quale mezzo tramite il quale realizzare in futuro la condivisione dei profitti conseguiti dall' azienda. Ancora una volta: come stimiamo i profitti?
Ipotizziamo pure che l'azienda riesca a fare qualche profitto: i fondatori potrebbero prelevarne una quota e destinare ai detentori dei tokens qualche briciola oppure potrebbero investire tutto nell'azienda, il che contribuirebbe a far crescere il valore di questa ma non dei tokens (almeno non immediatamente). Poiché, in media, nessuno sa un cazzo -in sede di ICO- sulle prospettive reddituali (e delle transazioni) dell'azienda il pollo di turno, versando in una condizione d'incertezza ma di forte euforia, potrebbe essere portato a sovrastimarle più che compensando l'avvenuto sconto dell' incertezza in termini di ampiezza del prezzo disposto a pagare per il token. 

Il token potrebbe anche essere strumento di voting control. Tuttavia, separare il meccanismo di voto da ogni forma di profit sharing potrebbe essere rischioso. Infatti, i votanti potrebbero esercitare il diritto esclusivamente al fine di massimizzare i loro interessi ad esempio deliberando un aumento del livello delle commissioni loro corrisposte oppure optando per un protocollo di loro interesse anche nel caso in cui dette scelte dovessero risultare, sul lungo termine, dannose per la piattaforma di riferimento. Inoltre, un qualsiasi concorrente potrebbe acquistare i tokens aventi diritto di voto ed esercitarlo al solo fine di indebolire il competitor.
La detenzione del token potrebbe richiedere anche l’esecuzione di task da parte dell’ investitore persone fisica (proof of stake), come ad esempio validare l’esito di un match on line, partecipare ad un processo predittivo basato sulla wisdom of the crowd, facilitare l’accesso di altri users al mercato ecc., in cambio di qualche fee proporzionata all’ entità del lavoro svolto ed alla dimensione della posizione assunta sul mercato. In altri termini, in sede di ICO, l’investitore di fatto paga -acquistando i tokens- per poter contribuire a tenere in vita la piattaforma il che implica, a parità di altre condizioni, che il valore del token dovrebbe essere pari al valore presente delle commissioni future al netto del costo per il contributo fattivo offerto dall’investitore per garantire il corretto funzionamento della piattaforma stessa. I servizi offerti alla comunità dall’investitore saranno erogati solo quando il servizio prodotto dalla start-up sarà operativo o in sede di costruzione della piattaforma  ma il valore attuale dei costi connessi al pagamento delle fees per il supporto operativo degli holders è comunque dedotto in sede di ICO (e se non lo è stai pagando un sovrapprezzo da pollo): un po’ come se la start-up decidesse di pagare con qualche anno di anticipo le bollette dell’energia elettrica anziché utilizzare quanto ricavato dalla raccolta per accelerare i tempi di costruzione della piattaforma.

Pezzo scritto ascoltando

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