martedì 16 luglio 2013

GLI AFFARI DELLE AGENZIE DI RATING: RIFLETTERE SULL'ATTENDIBILITA' DEI GIUDIZI PT.1

Ho scritto diversi posts sulle agenzie e come avete potuto constatare diffido da chi se la prende con l'arbitro dopo averne accettato la direzione di gara: o lo si disconosce ab origine o se ne accettano i giudizi, sempre. 
Tuttavia, al fine di poter consentire al cittadino-medio l'esercizio del brocardo "cogito er sum", sarebbe opportuno spiegare che le tre Agenzie di Rating (Standard & Poor's, Mody's e Fitch) non sono inquadrabili istituzionalmente in una struttura assimilabile a quella di una "giurisdizione finanziaria"; in altri termini chi rilascia il giudizio non è propriamente un giudice, il quale si presume per definizione imparziale, trasparente, privo di conflitti d'interesse. Basterebbe ricostruire il mosaico degli assetti proprietari delle Agenzie, per capire che l'insorgenza di qualche dubbio sulla loro reale imparzialità, rientra nell'ovvio.


  • Ad esempio S&P, quotata a Wall Street e presieduta da un ex dirigente di Citibank,  è una sussidiaria della McGraw - Hill.
  • La McGraw-Hill, diretta da Harold III, detiene il 4,7% di S&P
  • Harold III è stato membro del CdA del gruppo United Technologies, del board di Conoco Phillips e del Transition Advisory Commitee on Trade 
  • Il 50% delle azioni è liberato scambiato, il resto è diviso in progressione decrescente tra (il che vuol dire che i proprietari di S&P sono)
  1. Capital World Investors
  2. Black Rock
  3. State Street
  4. Vanguard Group
  5. Fidelity
  6. Oppenheimer Funds
  7. T. Rowe Price Associates
  8. Jana Partners
  9. Ontario Teachers Pension Price.
I fondi numero 1-2-3-4-5-7, detengono circa il 30% dell'agenzia e di fatto la controllano. Quindi abbiamo fondi d'investimento, che acquistano e vendono strumenti finanziari, giudicati anche dalla S&P di cui sono proprietari, ma cosa ancor più importante controllori a livello gestionale. Inoltre gli owners della McGraw-Hill coincidono per quasi la totalità con l'assetto proprietario della Standard&Poor's. Negli organi direttivi delle due società si sono succeduti negli anni esponenti di spicco del mondo bancario, assicurativo e delle multinazionali più rinomate, ragion per cui possiamo affermare l'esistenza di un filo rosso tra la S&P, il mondo delle banche e delle multinazionali che partecipano altre realtà economiche quotate sui principali mercati del mondo. Certo, il peso politico delle aziende e degli stati soggetti a giudizio non è lo stesso per tutti. Si vocifera che l'ex presidente Sharma, al quale è stata perdonata la gentile distribuzione di rating AAA nel bel mezzo della crisi subprime, su prodotti finanziari meritevoli dell'etichetta junk, sia stato dimissionato da Obama per il downgrading del debito USA da AAA ad AA+.  Via uno Sharma arriva un Douglas, esponente di spicco del management Citigroup, salvata dal Tesoro USA grazie ad un prestito di 50 miliardi di dollari.
Foto tratta da: it.123rf.com