lunedì 5 agosto 2013

GLI AFFARI DELLE AGENZIE DI RATING: RIFLETTERE SULL' ATTENDIBILITA' DEI GIUDIZI PT.2

Ho già parlato delle  problematiche connesse all'attività delle Agenzie di Rating, concernente le valutazioni dei vari soggetti pubblici e privati emittenti titoli e strumenti finanziari vari, quiquiqui e qui
In questo post è possibile analizzare come potenziali conflitti d'interessi, siano riconducibili anche alla seconda più importante agenzia di rating al mondo: la Moody's. Quotata sulla NYSE con un flottante pari a circa il 41% del capitale, anche la Moody's vanta azionisti "particolari". Vediamo quali sono, in ordine di decrescente peso azionario. 

  • Fondo Berkshire Hathaway, di proprietà del più grande speculatore (termine utilizzato in senso tecnico e neutro) di borsa Warren Buffet;
  • Capital World Investors (già presente nel capitale di S&P);
  • BlackRock (già presente nel capitale di S&P);
  • Davis Selected Advisers;
  • T. Rowe Price Associates (già presente nel capitale di S&P);
  • Fidelity (già presente nel capitale di S&P);
  • Capital Research Global e Valueact Holdings;
  • Vanguard Group  (già presente nel capitale di S&P);
  • State Street (già presente nel capitale di S&P).

La presenza nel capitale delle Agenzie di Rating di operatori finanziari istituzionali che comprano e vendono strumenti finanziari valutati dalle Agenzie, pone essenzialmente tre diverse tipologie di dubbi sul potenziale conflitto d'interesse:
  1. Chi controlla il capitale delle Agenzie, vale a dire i fondi d'investimento, acquista e vende titoli il cui valore (e dunque le cui perdite o i cui profitti) dipende anche dal rating assegnato dalle Agenzie possedute in parte dai fondi stessi;
  2. Chi partecipa il capitale delle Agenzie, può a sua volta emettere titoli per i quali potrebbe chiedere alle Agenzie (quindi a se stesso) l'attribuzione del relativo rating;
  3. Chi partecipa il capitale delle Agenzie, potrebbe (ovviamente parliamo a livello ipotetico) avere un vantaggio competitivo valutabile in termini di riduzione dei tempi d'accesso ad informazioni "price sensitive". Mi spiego meglio: se il fondo X  che partecipa il capitale sociale dell'Agenzia Q,  ha in portafoglio le obbligazioni dell'Azienda Y, riesce a sapere prima che la notizia sia resa pubblica e non necessariamente per fini fraudolenti ma perché partecipa in quanto azionista alla realizzazione dell'oggetto sociale dell'Agenzia stessa, che l' emittente (quindi Y) o quella tranche di titoli emessi da Y verrà declassata, ovviamente si cautelerà dal rischio di perdite vendendo a mani basse il titolo in portafoglio o addirittura potrà in un sol colpo evitare le perdite e guadagnare sul ribasso aprendo posizioni short su titoli e derivati.
Foto tratta da: it.123rf.com

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