lunedì 6 aprile 2015

DARK POOLS PT. 1

Cari amici, oggi inauguriamo quello che spero -tempo libero permettendo- possa divenire il primo di una serie di posts inerenti la tematica delle Dark Pools. Desidererei portare alla vostra attenzione -anche nei prossimi contributi- gli aspetti base -introduttivi li definirei- del topic di cui sopra, prima di approfondirne altri che ritengo essere molto più complessi. Vorrei pure aggiungere una cosa: quando cito -qui o su Facebook- dati, non esprimo opinioni ma per l'appunto dati. Ovviamente, rispetto le opinioni diverse dalle mie, ma se qualcuno intende confutare i dati, deve proporre fonti di livello pari a quelle che presento io (Bloomberg, Reuters, Fed, Eurostat, Istat, Bankitalia ecc.) e non il sentito dire della comare del piano di sopra, perché non ho intenzione alcuna di rispondere a tali idiozie. Non ho alcun interesse a battagliare con morti di fame che pur sapendo di non conoscere la differenza tra inflazione e deflazione ed il cui massimo livello d'informazione è rappresentato dai tweets di Renzi, di Salvini, di Grillo e via discorrendo, pretendono di dire amenità senza confutare i dati. Per loro, opinioni e dati sono la stessa cosa. Quindi ve lo dico chiaramente: non rompete le palle se non in maniera sensata, con dati alla mano. Viceversa, qualora intendiate esprimere opinioni potete dire quello che volete: ma l'opinione è una cosa e i dati sono altro, ragion per cui ribadisco: non rompete le palle, perché non sono qui per alfabetizzare nessuno, perché non sono nessuno, né sono stato inviato dalla Divina Provvidenza per salvare nessuno. Dal sottoscritto due lauree sono state conseguite; se voi non siete andati a scuola mi dispiace, ma non ho colpe in merito.
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Se vi interessate di trading, sono due le cose di cui avrete sentito parlare in tv o più probabilmente letto sui giornali con una certa frequenza negli ultimi anni: HFT e Dark Pools e spesso i due termini vengono associati alle parole scandalo, denuncia, manipolazione, Hedge Funds. Partiamo da una certezza: ovunque vi sia un mercato, una borsa, è possibile rilevare la presenza di algoritmi, HFTs, Dark Pools; chi dice il contrario dice un po' una cazzata. Non esiste -allo stato attuale- un luogo dedicato alle contrattazioni, per quanto virtuale possa essere, presso in quale sia possibile rifuggire dalla presenza delle vasche oscure e dei traders a bassa latenza o meglio: vi sono alcune eccezioni parziali che andremo ad esaminare in futuro.
In realtà, le Dark Pools sono vecchie tanto quanto lo sono i mercati “regolari” vale a dire le borse valori (talvolta definite mercati pubblici), altro non rappresentando se non una piazza, un luogo, alternativi rispetto a quelli “ufficiali” nei quali i trades vengono eseguiti.Quando un investitore di dimensioni importanti intende acquistare o vendere qualcosa, può scegliere se tradare:
  • sui mercati pubblici, regolamentati, cioè i mercati tradizionali;
  • sugli ATS (Alternative Trading Systems) comprendenti le Electronic Communication Networks (ECNs secondo la tassonomia USA), le Multilateral Trading Facilities (MTFs secondo la tassonomia dell' UE). Tra gli ATS è possibile annoverare anche le Dark Pools, presenti in tutto il mondo (ne abbiamo parlato qui)

Sui pubblici, nonché su quelli definibili ECNsed MTFs, qualunque ordine di acquisto/vendita inserito sul book diviene visibile a tutti (light pools): in una sorta di asta continua, acquisti e vendite si incrociano per tutta la giornata, sino alla chiusura delle negoziazioni; talvolta, però, un investitore può decidere di non operare su alcuna delle tre infrastrutture sopracitate, spostando la propria attenzione proprio sulle Dark Pools. E perché mai si potrebbe voler negoziare strumenti finanziari in una vasca oscura? Per una serie di ragioni -di norma- concorrenti e non alternative:
  • l'operatore non vuole comunicare al mercato “tutto” le proprie intenzioni operative, né in termini di assets oggetto d'interesse, né di prezzo, né di quantità;
  • l'operatore intende agire su volumi importanti cercando -nel contempo- di evitare qualsiasi impatto sul prezzo dello strumento finanziario. In altri termini, desidera che il prezzo non gli si muova contro, cosa che -viceversa- accadrebbe -prima della sua esecuzione- una volta immesso l'ordine sul book di un mercato non oscuro qualsiasi;
  • i brokers e le banche d'affari creatori e/o gestori di questi mercati finanziari “bui”, si obbligano -almeno a livello formale ovvero sulla carta- a mantenere strettissimo riserbo -nell'interesse dei propri clienti- circa l'esistenza di un grande ordine, impegnandosi a trovare compratori per i venditori e viceversa. Vedremo più avanti come tale feature, un tempo reale, sia divenuta pura utopia;
  • le transazioni vengono eseguite “within the spread”, all'interno dello spread del migliore bid/ask price, tra quelli esistenti -in un dato momento- sui vari  mercati. Immaginiamo che il Bid/Ask Spread per l'azione Alfa, sia pari a € 100,10 - €100, 20. Bene, nella Dark Pool la transazione sarà eseguita ad uno dei prezzi compresi tra € 100,11 - € 100,19, risultando in tal modo più conveniente sia per il buyer (che pagherà un prezzo minore rispetto a quello visualizzato sui mercati pubblici), sia per il seller (che incasserà un prezzo maggiore rispetto a quello visualizzato sugli stessi);
  • le Dark Pools applicano commissioni inferiori rispetto a quelle praticate altrove, sia all'investitore sia ai brokers che alle banche che vi dirottano gli ordini (qualora non fossero loro i diretti proprietari e/o gestori delle vasche oscure). Infatti, tra i soggetti (tra i protagonisti potremmo dire) di questo teatro operativo possiamo annoverare: le banche, i brokers, gli HFTs, gli investitori istituzionali, i regolatori. Tralascio -per ora- questi ultimi, mentre intendo spendere due parole per gli altri. Le banche, le grandi banche, non diversamente dalle grandi aziende di brokerage hanno nel tempo creato le proprie Dark Pools, presso le quali eseguono le transazioni in maniera del tutto automatizzata agendo,ove possibile, in qualità di internalizzatori (clicca qui) oppure impostando gli algoritmi posti a presidio dei rispettivi Smart Order Routing (clicca qui) in modo tale che, in caso di ineseguito l'ordine venga trasmesso dapprima presso altra/e Dark Pool/s ed infine, nel caso in cui non fosse -ulteriormente- possibile il matching, verso un mercato tradizionale. No, non ho dimenticato gli HFTs. Voi potreste dire: cosa centrano in questo caso gli HFTs. Centrano, centrano, statene pur certi. In alcuni posts recenti (clicca qui, qui, qui) abbiamo visto quanto gli HFTs siano divenuti pressoché perfetti nello scovare -sulle light pools- gli operatori istituzionali (alias balena) per mezzo delle strategie denominate pinging e liquidity detection, propedeutiche all' attuazione di quella successiva nota col nome di front-running attuabile nell'ottica degli arbitraggi da latenza (clicca qui); questi, di conseguenza, per tentare di sfuggire ai traders a bassa latenza (o ad alta frequenza che dir si voglia), pensarono bene di rifugiarsi -ovvero di far transitare i propri ordini- precipuamente nelle Dark Pools. Per quale motivo? Perché, inizialmente, le vasche erano state ideate dalle banche e dalle grandi brokerage firms per consentire -tra le altre cose- agli istituzionali di nascondersi, di mettersi al riparo dagli algoritmi applicati ai trading systems degli HFTs. Nel tempo, però, le cose sono parzialmente cambiate: gli HFTs hanno accresciuto la loro potenza economica ed hanno iniziato ad offrire ai gestori delle vasche oscure ghiottissime commissioni, dinanzi alle quali questi hanno capitolato accogliendo quel tipo di operatori che, sin dalla loro nascita, avevano tenuto fuori dalla porta.
Vedete cari amici: i traders retail, che a livello globale -in termini di volumi- non contano niente, ma proprio niente, rappresentano -per forza di cose- coloro i quali, in questi anni, hanno subìto passivamente e continueranno a subire le grandi trasformazioni tecnologiche in atto su tutti i mercati mondiali. Ogni anno, nel mese di Marzo, i re dei mercati finanziari cioè centinaia di hedge funds managers, quants, ingegneri informatici, matematici, si riuniscono a Miami presso l'hotel Fontainebleau, per discutere -in alcuni incontri chiusi alla stampa- di quale sarà il prossimo step nell'ambito delle “Algo Wars”

Hotel Fontainebleau - Miami

 L' élité è tutta lì, non altrove: potreste trovarci l'ideatore degli algoritmi (capolavori assoluti, vere divinità elettroniche) Guerilla e Blast,ma anche ex capi di governo (come Gordon Brown), ex Segretari di Stato americani, ex capi della FED. Soprattutto, potreste sentire discorsi aventi un tenore non molto diverso da quello qui proposto. Numerosi conferenzieri, gente che vanta gains pari a centinaia di milioni di dollari all'anno, più volte hanno sollecitato il dibattito sul punto: perché i grossi investitori -ad un certo punto- hanno deciso di operare nelle Dark Pools e non sulle Light (mercati comuni con books visibili a tutti)? Perché il problema risiedeva -e risiede tutt'ora- proprio nei mercati regolamentati: gli istituzionali, nel buio delle vasche oscure, hanno cercato protezione, riparo, dai robo algosprogrammati per “aggredirne le intenzioni operative” proprio sulle piattaforme di negoziazione illuminate dalla trasparenza informativa. Semplicemente erano stufi: stufi degli HFTs, stufi della creazione di tipologie di ordini sempre più sofisticati e complessi (di cui parleremo in futuro), stufi dei servizi di direct feed loro offerti dalle borse, stufi di vedersi muovere i prezzi contro prima dell'esecuzione di ogni trade. Tuttavia, il riparo offerto dal buio è durato poco: perché? Perché nessuna tipologia di operatore, fuorché quella a bassa latenza è in grado di garantire un volume di ordini di pari spessore; ciò significa che molti mercati tradizionali o altenativi che siano -specie in un contesto post 2009 connotato da una liquidità minore- campano grazie alla massa di commissioni generate grazie alla presenza  degli HFTs, che ivi  tradando  permettono -nella loro veste di market makers- il matching di tutti gli ordini provenienti dai restanti operatori di mercato, ragion per cui anche le Dark Pools si sono lasciate infiltrare dai Bots,operanti nell'oscurità (in altri posts esamineremo casi concreti) e nella complessità propria delle futuristiche infrastrutture informatiche in loro dotazione.

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